SLA

PATOLOGIE DEL PRIMO MOTONEURONE

Le patologie del primo motoneurone comprendono un gruppo di disturbi neurodegenerativi o lesionali che colpiscono i neuroni motori superiori, ovvero quelle cellule nervose che originano dalla corteccia motoria del cervello e che trasmettono l’impulso motorio ai motoneuroni inferiori nel midollo spinale.

A differenza delle patologie del motoneurone inferiore, che comportano atrofia, ipotonia e fascicolazioni, quelle del primo motoneurone si manifestano principalmente con:

• Debolezza (paresi) senza atrofia muscolare importante

• Aumento del tono muscolare (spasticità)

• Riflessi vivaci o iperattivi (iperreflessia)

• Segni patologici (ad esempio il Babinski)

• Perdita delle capacità motorie fini a seguito del danno alle vie piramidali (cortico-spinali)

Le più note malattie del motoneurone sono: la SLA, la sclerosi laterale primaria, l’atrofia muscolare progressiva, la paralisi bulbare progressiva e la paralisi pseudobulbare. 

SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA (SLA)

Patologia

La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una Malattia Neurodegenerativa che colpisce in modo progressivo i motoneuroni (i neuroni che controllano il movimento) nel cervello, nel midollo spinale e nel tronco encefalico. La loro degenerazione porta a una progressiva perdita delle capacità motorie, senza compromettere le facoltà intellettive.

Decorso

Il decorso della SLA è graduale e irreversibile. All’inizio compaiono:

• Debolezza muscolare in un arto,

• Crampi, fascicolazioni,

• Difficoltà motorie (deambulazione, manipolazione degli oggetti).

Con il progredire della malattia, i sintomi si estendono ad altri distretti, compromettendo:

• La deglutizione,

• La fonazione,

• La respirazione.

Fasi

Solitamente si possono identificare le seguenti fasi:

1. Fase iniziale: segni deboli e localizzati e difficoltà motorie lievi

2. Fase intermedia: peggioramento della debolezza, atrofia muscolare e aumento delle difficoltà nella deglutizione, nella parola e nella respirazione

3. Fase avanzata: profonda invalidità motoria, incapacità di muoversi autonomamente e compromissione delle funzioni vitali (deglutizione, respirazione)

Prognosi

Solitamente l’aspettativa di vita dopo la diagnosi è di 2-5 anni, ma può variare da un caso all’altro.

Le cause principali di decesso sono l’insufficienza respiratoria e le complicanze (ad esempio le polmoniti da aspirazione).

Alcuni pazienti vivono per diversi anni, soprattutto se beneficiano di un adeguato supporto respiratorio, nutrizionale e riabilitativo.

TRATTAMENTO FISIOTERAPICO NELLA SLA

Non esiste una cura per la SLA, ma la fisioterapia può contribuire a migliorare la qualità di vita, a mantenere l’autonomia il più a lungo possibile e ad aumentare il benessere fisico.

Obiettivi della Fisioterapia:

• Rallentare l’atrofia e mantenere quanto possibile il tono muscolare.

• Conservare l’ampiezza articolare per evitare retrazioni e rigidità.

• Prevenire le complicanze respiratorie, tramite esercizi per i muscoli respiratori.

• Supportare l’autonomia del paziente, adattando posture, ausili e strategie per aumentare l’indipendenza.

• Alleviare il dolore, quando presente, tramite massaggio, posizionamento e stretching.

• Migliorare la qualità di vita e il benessere generale.

Tecniche Fisioterapiche utilizzate:

Esercizi passivi e attivi-assistiti per mantenere l’escursione articolare.

Stretching per prevenire le contratture.

Tecniche per facilitare la respirazione, come: esercizi diaframmatici e drenaggio delle secrezioni

Addestramento all’uso di ausili (deambulatori, carrozzine, cuscini posturali…).

Consigli sulle posizioni per evitare piaghe da decubito.

Riabilitazione posturale per mantenere un allineamento adeguato del corpo.

L’IDROKINESITERAPIA

La riabilitazione in acqua, riveste un ruolo importante nel trattamento delle persone affette da SLA, poiché sfrutta le proprietà fisiche dell’acqua per aumentare l’efficacia degli esercizi, senza gravare sulle articolazioni e sulla muscolatura indebolita dalla malattia.

Benefici principali:

Alleggerimento del peso corporeo:

Grazie alla spinta di Archimede, il corpo risulta parzialmente sostenuto, facilitando i movimenti che a terra sarebbero troppo faticosi o dolorosi.

Stimolazione del movimento:

L’acqua fornisce una resistenza dolce e uniforme, che aiuta a mantenere il tono muscolare, senza stressare le articolazioni.

Rilassamento e benessere:

La pressione idrostatica, il calore e l’immersione favoriscono il rilassamento, riducendo la rigidità, il dolore, le contratture e lo stress, aumentando la sensazione di benessere.

Miglioramento delle capacità respiratorie:

La pressione dell’acqua può contribuire ad aumentare l’efficienza dei muscoli respiratori, facilitando l’espansione del torace.

Sostegno psico-emotivo:

L’attività in piscina può aumentare l’autostima, il benessere emotivo e sociale, contrastando l’isolamento.

È importante che l’idrokinesiterapia sia adattata alle capacità del paziente. L’acqua dovrebbe avere una temperatura compresatra 32°C e 34°C per favorire il rilassamento. Inoltre la riabilitazione in acqua deve tener conto delle eventuali difficoltà respiratorie, deglutitorie o motorie del paziente.

L’idrokinesiterapia non arresta la progressione della SLA, ma può contribuire a mantenere le capacità motorie per un tempo più lungo, a prevenire le complicanze, ad aumentare il benessere fisico, emotivo e sociale, migliorando quindi in modo significativo la qualità di vita del paziente.

La Fisioterapia nella SLA non può arrestare l’avanzare della malattia, ma può contribuire a mantenere le capacità residue, a aumentare l’indipendenza delle attività di vita quotidiana, a prevenire le complicanze (retrazioni, dolori, difficoltà respiratorie) e a migliorare in generale la qualità di vita del paziente e delle persone che se ne prendono cura.

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