Pet Therapy
Uno strumento valido d’intervento terapeutico nei soggetti diversamente abili ci viene dato dalla Psicomotricità ad indirizzo Pet-Therapy o Terapia assistita dall’animale (TAA).
Presso l’Ambulatorio del nostro Centro la Psicomotricità è coadiuvata dalla presenza di tre cani, due di razza Pastore Tedesco di nome Byron e Yago e il terzo di razza San Bernardo di nome Bee Bop, opportunamente addestrati nel lavorare con i bambini diversamente abili.
Tale modalità d’intervento terapeutico viene attuata dai Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Tiziana D’Onofrio e Angelo Esposito formati e specializzati come Pet-Partners e Operatori di Onoterapia.
Le TAA sono finalizzate ad un miglioramento delle condizioni fisiche, sociali ed emotive delle persone a cui sono dirette. Non si presentano come metodo unico, infallibile, né in sostituzione ad altre forme di terapia, bensì in affiancamento ad esse.
La prescrizione, la progettazione e l’attuazione di un simile intervento richiede la presenza di una equipe multidisciplinare, a seconda del paziente e della patologia da trattare.
Pertanto, la “Pet Therapy“ può giovare a:
- Persone con difficoltà relazionali;
- Persone in stato confusionale (Morbo di Alzheimer, Sclerosi multipla, Demenza, Schizofrenia, Ictus)
- Persone con disordini dello sviluppo (Sindrome di Down, sindrome fetale da alcool, paralisi cerebrale, autismo, iperattività, deficit da attenzione);
- Persone con disabilità fisiche quali: Morbo di Parkinson, paralisi cerebrale, sclerosi multipla, distrofia muscolare, ictus, spina bifida;
- Persone con disturbi del linguaggio legati, ad esempio: sclerosi multipla, disordini dello sviluppo, ictus, problemi di udito, depressione, paralisi cerebrale;
- Persone con problemi di udito, tali da indurre un forte senso di isolamento;
- Persone con problemi legati alla vista, nelle quali alcune modalità sensoriali, quali udito e tatto, risultano maggiormente sviluppati, per compensazione;
- Persone con disturbi psichiatrici, quali: depressione reattiva e/o endogena, schizofrenia, disordini alimentari, disturbi della personalità;
- Individui che hanno subito deprivazioni sensoriali;
- Malati terminali;
- Bambini;
- Anziani
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In pratica quindi, persone che hanno bisogno, per motivazioni diverse, di uscire da un particolare momento di difficoltà nel rapporto con l’altro, si sentono inadeguati, hanno bisogno di stornare dei pensieri negativi, soffrono di solitudine sociale o morale, temono il giudizio degli altri, hanno difficoltà nella comunicazione, hanno coscienza del proprio stato di diversamente abili, temono il confronto con il mondo esterno. Il senso di inadeguatezza, che in genere colpisce soprattutto le persone che soffrono di malformazioni congenite, disturbi particolari ( epilessia, dislessia ), patologie neurologiche ( come l’autismo ), disabilità acquisite, è uno dei grandi problemi da affrontare se si vuole migliorare la qualità della vita di queste persone. L’animale diventa pertanto il referente di elezione proprio grazie alla sua diversità, che lo rende prezioso portatore di caratteristiche introvabili nella società contemporanea perché:
- non giudica
- non è in competizione
- non rifiuta ( non ci nega appartenenza )
- dà un senso alla nostra presenza
- offre stimoli cognitivi
- storna l’attenzione dai problemi ( fobie, ansia, depressione )
- offre possibilità comunicative
L’attuazione di un intervento di terapia assistita dall’animale comporta l’effettuazione della valutazione della personalità sia dell’animale, sia del potenziale utente, e la conoscenza della patologia specifica di quest’ultimo, in modo da favorire un adattamento reciproco.
Le interazioni uomo-animale e, nel nostro caso specifico bambino-cane, possono dare i seguenti benefici:
- Empatia (capacità di identificarsi con l’altro). Alcuni studi rilevano che il bambino, che ha possibilità di relazionare in maniera costante con un animale, sviluppa maggiore empatia di bambini ai quali non è concessa questa opportunità. E’ più facile insegnare ad un bambino ad essere empatico con un animale che con una persona, perché gli animali sono come appaiono. Gli uomini non sono così diretti. Si può insegnare al bambino a leggere il linguaggio del corpo dell’animale. La comprensione di quello che un animale prova è più semplice che la determinazione di quello che prova una persona, in quanto l’animale è spontaneo e vive al momento. Quando il bambino diventa grande, la sua capacità di entrare in empatia con gli animali viene trasferita alle sue esperienze con gli altri esseri umani.
- Focalizzare l’attenzione all’esterno (imparare a conoscere l’ambiente esterno). Gli individui che hanno malattie mentali o scarsa autostima focalizzano la loro attenzione su se stessi; gli animali e nel nostro specifico caso i cani, possono aiutarli a rivolgere la loro attenzione all’esterno. Piuttosto che parlare e pensare di se stessi e dei loro problemi, essi imparano a focalizzare l’attenzione sugli animali.
- Prendersi cura della crescita e dello sviluppo di un altro essere vivente. Molti bambini a rischio non hanno appreso le abilità di curare attraverso i canali tradizionali dei loro genitori. Quando un bambino impara a prendersi cura di un animale, egli può sviluppare queste capacità. Psicologicamente, quando una persona si occupa di altre creature, comprende il proprio bisogno di essere accudito.
- Relazione (una relazione di fiducia reciproca o un sentimento di collegamento o di unione). Gli animali possono aprire un canale di comunicazione tra paziente e terapista. Nei luoghi adibiti alla terapia, gli animali danno sicurezza emotiva. Se il terapista ha un animale nel proprio contesto d’intervento, il paziente ne ha una percezione positiva. La presenza dell’animale può far breccia sulla iniziale resistenza del paziente. E’ molto probabile che i bambini proiettino i loro sentimenti e le loro esperienze su un animale.
- Accettazione (accettazione favorevole o approvazione) Gli animali accettano gli altri senza riserve. Essi non si preoccupano di come una persona appare o di quello che dice. Un animale accetta senza giudicare, perdona e non conosce i giochi psicologici che spesso utilizzano le persone.
- Divertimento. Come minimo, la presenza di un animale può essere di intrattenimento. Anche le persone che non amano gli animali spesso si divertono a guardare le loro stramberie e reazioni. Specialmente nelle strutture di cura a lungo termine, tutti apprezzano in qualche modo la presenza degli animali.
- Socializzazione (cercare o godere della compagnia degli altri). Alcuni studi hanno dimostrato che la presenza di animali e nel nostro caso specifico dei cani, comporta un maggior grado di allegria e di interazione tra gli utenti rispetto ad ogni altro momento di terapia o di intrattenimento. In un ambiente in cui sono presenti più pazienti, la presenza dell’animale incoraggia la socializzazione in tre modi: tra gli utenti; tra gli utenti e il personale; tra gli utenti, il personale, la famiglia e altri visitatori. I membri del personale hanno notato che è più facile interagire con gli utenti durante e dopo le visite agli animali. I familiari spesso sono presenti durante le visite agli animali ed alcuni hanno notato che questo è un momento particolarmente piacevole.
- Stimolazione mentale. La stimolazione mentale si verifica grazie all’aumento di comunicazione con gli altri, all’evocazione dei ricordi e all’intrattenimento fornito dall’animale. In situazione di depressione o istituzionalizzazione la presenza dell’animale serve a rasserenare l’atmosfera, ad aumentare il divertimento, il riso e il gioco. Queste distrazioni positive possono aiutare a diminuire le sensazioni di isolamento o alienazione dei pazienti.
- Contatto fisico. Si è scritto molto circa la correlazione tra il contatto fisico e la salute. I bambini che non sono abituati al contatto fisico non sviluppano salutari relazioni con gli altri e spesso non riescono a crescere. Alcune persone non accettano il contatto fisico, ma al contrario, accettano il contatto con un animale. In campo riabilitativo, dove alcune metodiche d’intervento risultano dolorose o invasive, il contatto con l’animale tende a rassicurare ed è piacevole.
- Benefici fisiologici (effetti positivi sulle funzioni di base del corpo). Alcuni benefici fisiologici sono stati rilevati sul piano scientifico.
- Meccanismo neuroendocrino. La letteratura scientifica riporta alcune ricerche che mettono in relazione il rapporto uomo-pet con l’assetto dei più importanti neurotrasmettitori (dopamina, serotonina, noradrenalina), ossia le molecole che regolano e consentono l’attività del sistema nervoso, agendo sulla vigilanza, sulla motivazione, sull’umore.
- Meccanismo etologico. Secondo alcuni autori l’uomo, essendo particolarmente dotato come specie di cure parentali, presenterebbe una forte appetenza verso l’adozione interspecifica e la consumazione di comportamenti volti alla cura e all’accudimento.
- Meccanismo psicologico. L’analisi sulle motivazioni dei pazienti dimostra il bisogno di costruire situazioni relazionali appaganti con stimoli ludici, cognitivi, ansiolitici, antidepressivi, e realizzazione di spazi franchi dal giudizio del prossimo, dallo scacco, dalla competizione.
- Meccanismo cardiologico. Nel 1995 l’American Journal of Cardiology ha riportato che nei possessori di animali, il tasso di mortalità a un anno da una crisi infartuale era inferiore del 50% rispetto alle altre persone. E. Friedmann ha potuto evidenziare clinicamente la riduzione dei più importanti fattori di rischio per le cardiopatie: la pressione sanguigna, la frequenza cardio-respiratoria, la colesterolemia.
- Meccanismo immunologico
Secondo altri studi la presenza di un legame affettivo con l’animale interviene sui mediatori dello stress e sul sistema endorfinico, migliorando l’attività del sistema immunitario e offrendo così all’organismo una marcia in più per affrontare le patologie infettive e neoplastiche.